Qual è il più grande regalo che possiamo fare ai nostri figli e figlie?

Prima di assistere gli altri, assicurati di mettere prima la tua maschera dell’ossigeno!

Conosciamo bene questo annuncio di sicurezza sugli aeroplani. Beh, c’è una certa saggezza in questo consiglio che è rilevante per tutti coloro che si prendono cura degli altri, in particolare i genitori.

Spesso, come genitori, ci mettiamo per ultimi. Quando prendiamo tempo per noi stessi, ci sentiamo in colpa per aver rubato prezioso tempo ai nostri figli o alla famiglia. Ma in realtà, un genitore esausto, con poca energia, non riesce a prestare l’attenzione necessaria alle esigenze dei bambini, alla vita familiare e persino al partner. Quando la nostra batteria è scarica, non c’è energia per nessuno. Pertanto, praticare la compassione verso se stessi significa anche assumersi la responsabilità che la batteria non sia mai scarica.

Un genitore felice e rilassato è uno dei regali più grandi che si possano fare ai propri figli!

Per questo motivo, il corso “Mindful Compassionate Parenting” pone così tanto l’accento sulla compassione verso se stessi. Fondamentalmente, la self-compassion significa essere un buon amico di se stessi. Essere in grado di trattarsi con gentilezza e amore come si fa con i propri cari è una competenza indispensabile per il proprio benessere e per prendersi cura degli altri. La ricerca mostra gli effetti positivi della pratica della self-compassion sul benessere mentale e fisico ed è ora un elemento centrale in quasi tutti gli approcci moderni alla promozione della salute.

Molte persone nella nostra società hanno difficoltà con la self-compassion: la percepiscono come egoismo, egocentrismo o vanità. Al contrario, è un modo importante per equilibrare il nostro sistema nervoso. Molti di noi hanno una forte critica interiore che può facilmente far surriscaldare il sistema nervoso. “Non sono abbastanza bravo” o “Questo non è venuto bene come vorrei” sono frasi che quando le diciamo noi stessi, anche senza rendercene conto, diventano rapidamente un fattore di stress. La self-compassion non significa non volere fare niente e stare semplicemente sdraiati sull’amaca. È veramente un approccio, una pratica che cerca di placare la voce di condanna dentro di noi invitando una visione compassionevole dei nostri presunti fallimenti.

Come genitore, come puoi praticare la self-compassion quando hai poco tempo?

Inizia con un intervallo di self-compassion: un esercizio che richiede al massimo 2-3 minuti.

Se hai appena vissuto qualcosa in cui non hai agito o reagito come avresti voluto, siediti per un attimo e fai qualche respiro profondo e consapevole. Se lo desideri, metti una mano sullo spazio del cuore (o in un’altra parte del corpo con un tocco amorevole) e segui mentalmente questi tre passaggi per un breve momento:

  1. Dì a te stesso: “Questa è una situazione davvero difficile in questo momento” o “wow, fa davvero male!” o “qualcosa è andato davvero storto adesso” – Questo vuol dire riconoscere appieno ciò che sta accadendo!
  2. Dì a te stesso: “Nessuno è perfetto, nemmeno io” o “Tutti commettono errori, è umano” o “Non sono solo o l’unico a sentirmi così in questa situazione” o “Quanto è successo fa parte della vita” – Questo vuol dire riconoscerti nell’umanità che tutti condividiamo: senza negare quanto sia difficile, lo sguardo si apre oltre la propria sofferenza momentanea e mostra che siamo connessi ad altri genitori che affrontano le stesse sfide. La chiave qui è adattare le parole alla situazione, a seconda che si tratti di un “errore”, un fallimento, una perdita o un contrattempo.
  3. Infine, chiediti: “Cosa può sostenermi in questo momento, proprio quando sono in una situazione di difficoltà o non mi sento bene?” o “Cosa mi farebbe stare bene adesso?” – Questo vuol dire trattare noi stessi con gentilezza: il modo in cui mi avvicinerei a un amico in una situazione simile.

 

E se anche questo richiede troppo tempo, concediti di tanto in tanto (e soprattutto quando ti senti stressato) un tocco delicato ed amorevole in un modo che per te sia rassicurante o calmante. Potrebbe essere una mano nella zona del cuore, sul ventre, il tocco di una mano con l’altra, sulle guance, ecc. Sai tu cosa funziona bene per te!

Autore: Peter Hofmann